17 Mag La sperimentazione inizia dai docenti
Lo scorso mese di Giugno è ufficialmente iniziata la sperimentazione dell’ambiente digitale Abylia nelle scuole. Abbiamo scelto di partire dai docenti, dai loro bisogni e dalle loro esperienze.
I primi a prendere parte al percorso, che continuerà fino all’autunno, sono stati i professori del Liceo Scientifico Artistico Brotzu di Quartu Sant’Elena (Cagliari). L’incontro è consistito in una discussione sul gruppo sulle esperienze formative dei docenti in relazione alla trasformazione digitale nella scuola dal loro punto di vista.
Come ci aspettavamo, il confronto con i professori ci ha aiutato a cogliere alcune sfumature della trasformazione digitale nella scuola che spesso sfuggono a coloro che non ne sono direttamente coinvolti. Prima tra queste l’abitudine dei docenti a utilizzare strumenti digitali a supporto del loro lavoro, sia nelle fasi di creazione di oggetti formativi sia in quelle di fruizioni di questi ultimi da parte degli studenti. Ad oggi questo scambio avviene soprattutto attraverso siti personali, che i docenti aprono e gestiscono individualmente, in autonomia.
In questa cornice è apparsa subito chiara la richiesta di non sostituire il libro “classico” con i nuovi canali e strumenti digitali che, per quanto possano aggiungere valore fornendo contenuti integrativi e dinamiche più interattive, non devono intaccare l’abitudine degli studenti a comprendere fonti più strutturate e approfondite fondamentali sia per la loro formazione, sia per lo sviluppo di quello senso critico così importante per affrontare la realtà con consapevolezza e cognizione di causa.
Il digitale è dunque uno strumento abilitante a sostengo di una didattica più efficace, meno standardizzata e sempre più sviluppata “a misura di classe”, vale a dire in base alle specificità di ogni gruppo di studenti ed eventualmente di ogni singolo studente. Gli strumenti digitali dovrebbero infatti permettere la produzione di moduli personalizzati capaci di rispondere al meglio alle esigenze formative del discente, anche in assenza di disturbi dell’apprendimento. Questo perché ogni persona propende, a seconda delle sue attitudini e del suo modo di interagire con gli altri, per una forma di apprendimento che oggi è possibile valorizzare.
Se la priorità dei professori è dunque la personalizzazione del materiale didattico, appare altrettanto utile aumentare la consapevolezza digitale degli studenti affinché comprendano sia gli effetti dei loro comportamenti sulla rete sia l’importanza di mantenere un contatto stretto e costante con la realtà.
La tendenza a considerare la natura principalmente ludica e non vincolante delle relazioni veicolate sui canali digitali, rischia infatti di condurre gli studenti verso un’astrazione sempre maggiore dal contesto reale in cui interagiscono. Considerare questi aspetti è cruciale per progettare soluzioni che, pur senza trasformarsi in gioco, considerino il coinvolgimento (engagement) come uno dei fattori chiavi della user experience.
Senza subordinare metodi e strumenti educativi alle pratiche digitali degli studenti, considerare il loro interesse e quindi la loro propensione a utilizzare possibili strumenti a supporto dello studio è cruciale per non tendere a forme di “istituzionalizzazione” che inevitabilmente allontanano l’utilizzatore in assenza di obblighi specifici all’uso. L’approccio multidisciplinare e i collegamenti con l’esperienza reale sono leve importanti in questo senso, perché stimolano gli interessi specifici dei ragazzi evidenziando la natura complessa e multidimensionale dei processi umani nella società globale e calando nella realtà nozioni solo apparentemente teoriche.
I docenti sono consapevoli di questa necessità e apprezzano la flessibilità offerta dal digitale, soprattutto in relazione alla multi-autorialità (quindi alla possibilità di lavorare con colleghi di aree disciplinari diverse allo stesso oggetto formativo) e all’ubiquità (ovvero alla possibilità di intervenire sul processo di produzione con tempi e da luoghi spesso diversi per ogni autore).
Questi e altri aspetti, che avremo modo di approfondire nel prosieguo della sperimentazione, consentono infine di ovviare ad alcuni limiti strutturali del “mondo scuola” con cui i docenti si scontrano quotidianamente. Tra questi anche le relazioni con le famiglie che spesso non riescono ad esprimere appieno il loro potenziale di apprendimento (reciproco) a causa dell’incidenza ancora troppo alta di forme di analfabetismo digitale che rendono impossibile l’adozione su scala sufficientemente ampia di soluzioni condivise, riducendo l’impatto a livello di ecosistema di apprendimento.
Il prossimo appuntamento con i docenti è fissato per giovedì 18 luglio quando ci confronteremo con i docenti del Liceo Ginnasio “Dettori” di Cagliari sulle funzionalità del primo prototipo (MVP) dell’ambiente digitale Abylia.
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